Gli effetti di un terremoto non dipendono solamente dall'energia liberata ma anche dalla profondità dell'ipocentro, dalla natura del terreno, dalla distanza dall'epicentro, dalla quantità e tipo di edifici costruiti.
L'intensità del terremoto è perciò la misura dei suoi effetti distruttivi, rilevati attraverso la scala Mercalli-Càncani-Sieberg (MCS). Questa è costituita da 12 gradi dove i valori più piccoli non sono avvertiti dall'uomo, mentre il più grande porta alla distruzione di ogni opera umana. La scala non può ovviamente essere utilizzata dove non ci sono costruzioni, come ad esempio in mare aperto o in zone desertiche.
Quando si è avuto un terremoto, si procede alla rilevazione dei danni e si costruisce una carta delle isosisme, cioè delle linee che congiungono i punti con la stessa intensità sismica. Allontanandoci dall'epicentro l'intensità diminuisce, ma le linee non formano delle perfette circonferenze concentriche perché la struttura del terreno non è omogenea.
In alto a sinistra: Il sacerdote e vulcanologo Giuseppe Mercalli (1850-1914) ha proposto nel 1902 una scala di misurazione dei terremoti suddivisa in 10 gradi, in seguito modificata da Cancani e Sieberg. Francobollo emesso dalle Poste Italiane in occasione del centenario dalla sua morte.
In alto a destra: Confronto indicativo tra le scale Mercalli e Richter
Sopra: Isosisme del terremoto dell'Irpinia del 23 novembre 1980
Grado | Effetti |
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I. IMPERCETTIBILE | Non avvertito dalle persone se non in circostanze particolari. Rilevato solo dagli strumenti. |
II. MOLTO LEGGERO | Avvertito negli interni solo da poche persone, per lo più nei piani alti delle case e da persone in posizione particolarmente favorevole. |
III. LEGGERO | Avvertito negli interni dove gli oggetti pendenti oscillano. Vibrazioni come se passassero camion leggeri. È possibile stimarne la durata. Può non essere riconosciuto come un terremoto. |
IV. MODERATO | Gli oggetti sospesi oscillano in modo prolungato. Vibrazioni come se passassero camion pesanti, oppure sensazione di colpo secco come quello di una palla pesante contro un muro. Le automobili ferme oscillano. Finestre, piatti, bicchieri e porte vibrano. Al limite superiore del IV grado, le pareti di legno e gli infissi si incrinano. |
V. ABBASTANZA FORTE | Avvertito anche esternamente. Le persone che dormono si svegliano. I liquidi oscillano e a volte traboccano. Piccoli oggetti instabili si muovono e si ribaltano. Le porte si aprono e si chiudono. Imposte e quadri si muovono. Gli orologi a pendolo si fermano (o cominciano a funzionare se sono fermi) e cambiano periodo di oscillazione. Cadono calcinacci dai muri. |
VI. FORTE | Avvertito da tutti. Finestre, piatti e bicchieri si rompono. Cadono libri dagli scaffali e quadri alle pareti. I mobili si muovono o si rovesciano. Le costruzioni fragili si incrinano. Piccole campane (come quelle delle chiese e delle scuole) suonano. Gli alberi e i cespugli ondeggiano. |
VII. MOLTO FORTE | Difficile reggersi in equilibrio. Avvertito anche da quelli che sono alla guida di un'automobile. I mobili si rompono. Camini fragili si rompono alla base. Cadono intonaci, mattoni non ben fissati, cornicioni. Qualche incrinatura nelle costruzioni in pietra. Si formano onde, l'acqua nelle pozzanghere s'intorbida di fango. Piccole frane e avvallamenti nei banchi di sabbia e ghiaia. Campane grandi suonano. Sono danneggiati canali d'irrigazione in cemento. |
VIII. ROVINOSO | La guida delle automobili è difficile. Danni alle costruzioni in pietra; collasso parziale. Qualche danno a stucchi e a qualche muro in mattoni. Oscillazioni o crollo di camini, ciminiere, monumenti, serbatoi sospesi. Gli edifici oscillano sulle fondamenta; i tramezzi cadono. Cadono le statue dai piedistalli. Si spezzano i rami degli alberi. Il flusso e la temperatura di sorgenti e pozzi cambiano. Si formano fratture nel terreno umido e in forte pendenza. Si possono avere vittime. |
IX. DISTRUTTIVO | Panico generale. Costruzioni in pietra fortemente danneggiate, a volte con collasso totale; costruzioni in mattoni fortemente danneggiate. Gli edifici crollano o sono spostati dalle fondamenta. Forti danni ai serbatoi. Le tubature interrate si rompono. Si formano fratture cospicue nel terreno. In aree alluvionali sono spruzzati in aria sabbia e fango: si formano crateri di sabbia. Le vittime cominciano ad essere numerose. |
X. COMPLETAMENTE DISTRUTTIVO | La maggioranza delle costruzioni è distrutta. Le strutture in legno, anche se ben costruite, e i ponti sono distrutti. Forti danni alle dighe, ai canali d'irrigazione e agli argini. Grandi frane. Invasione di acqua proveniente da canali, fiumi, laghi ecc. Sabbia e fango sono spostati orizzontalmente sulle spiagge e nelle regioni pianeggianti. Le rotaie sono leggermente incurvate. |
XI. CATASTROFICO | Le dighe si rompono. Le rotaie sono fortemente incurvate. Le tubature interrate sono rese completamente inutilizzabili. Si aprono voragini nel suolo. Le comunicazioni sono interrotte. Si ha un gran numero di vittime. |
XII. COMPLETAMENTE CATASTROFICO | Danno quasi totale. Grandi massi di roccia spostati. La morfologia del paesaggio è alterata. Oggetti lanciati in aria. Non resiste alcun manufatto. Può causare migliaia di vittime. |
Da quanto detto sopra appare chiaro che le due scale non sono direttamente confrontabili perché la magnitudo è una valutazione oggettiva dell'energia liberata dal terremoto, mentre l'intensità si basa su una valutazione empirica basata sui danni e perciò più soggettiva e non applicabile ovunque.
Una corrispondenza tra i valori delle due scale non può perciò che essere approssimativa.