L'anno bisestile ripetuto ogni 4 anni non permetteva di sincronizzare perfettamente l'anno civile con quello solare. La differenza di durata, infatti, non è 6 ore esatte (365,25 giorni), ma 5h 48m 46s (365,2422 giorni), perciò l'anno civile successivo a quello bisestile iniziava in ritardo rispetto all'anno solare di 11m 14s, circa 1 giorno ogni 128 anni.
Nel XVI secolo - tanto è durato il calendario giuliano - la data d'inizio delle stagioni si era spostata all'indietro, con un divario di circa 10 giorni tra calendario civile e anno solare (l'equinozio cadeva l'11 Marzo). Questo comportava enormi problemi per le feste religiose mobili, a partire dalla Pasqua, che si spostava sempre più verso la stagione estiva.
Per questa ragione papa Gregorio XIII (1501 - 1585) istituì una commissione della quale facevano parte il gesuita Cristoforo Clavio, il medico e astronomo Luigi Lilio, il matematico Ignazio Danti, l'astronomo Giuseppe Scala e il matematico Giuseppe Moleti.
Dopo quattro anni di lavoro, il fratello di Luigi Lilio, Antonio, presentò al papa una nuova riforma del calendario il quale, con la bolla Inter gravissimas, il 4 Ottobre 1582 introdusse l'uso del calendario gregoriano, quello tuttora in uso in quasi tutto il mondo.
Si tratta di un calendario solare, diviso in 12 mesi di 30 o 31 giorni, tranne Febbraio, che riprende il calendario giuliano, come si vede nella tabella sotto, che riassume le diverse riforme.
Per ristabilire un accordo tra anno astronomico e anno del calendario, in quell'anno fu necessario eliminare 10 giorni dal calendario, saltando direttamente da martedì 5 Ottobre 1582 a venerdì 15 Ottobre 1582. Fu scelto tale periodo perché in esso non ricorrevano feste solenni.
Per evitare il ripetersi dell'errore, si aggiunge un giorno a tutti gli anni le cui ultime due cifre sono divisibili per 4 (2020, 2024, 2028, ecc. e non 2021, 2022, 2023), quindi si ha un anno bisestile ogni 4 anni, tranne gli anni secolari (1700, 1800, 1900, ecc.), che lo sono solo quelli le cui prime due cifre siano divisibili per 4. Il 2000 quindi è stato un anno bisestile, mentre il 1900 no, né lo saranno il 2100, 2200, 2300, ma il 2400 sì.
L'eliminazione di 3 giorni ogni 400 anni consente una migliore precisione rispetto alla riforma giuliana, ma rimane ancora una differenza di 26s, pari a 1 giorno ogni 3.323 anni, perciò l'International Earth Rotation and Reference Systems Service stabilisce di togliere o aggiungere un secondo (secondo intercalare) al Tempo Coordinato Universale (UTC), com'è stato fatto il 30 Giugno del 2015, anche per compensare il rallentamento della rotazione terrestre dovuto all'attrazione gravitazionale della Luna.
È stato comunque previsto che, per correggere questa piccola differenza, gli anni 4000, 8000, 12000 ecc. non siano bisestili.
In conclusione, la riforma gregoriana prevede questo: «i giorni dell'anno sono 365, più uno ogni quattro anni, meno tre ogni quattro secoli e meno tre ogni diecimila anni» (Antonino Zichichi 2006).
Il nuovo calendario gregoriano non entrò immediatamente in uso in tutti i paesi, anzi, ci vollero secoli perché si diffondesse quasi dappertutto.
Lo adottarono subito i paesi cattolici come l'Italia, la Spagna, il Portogallo, mentre nei paesi protestanti entrò in uso solo due secoli dopo, perché il calendario era promulgato da un papa. Voltaire disse che «gli stolti preferirono essere in disaccordo col Sole piuttosto che d'accordo col Papa».
I paesi non cristiani, come Cina, Giappone e Russia, lo adottarono solo nel secolo scorso.
Questo ritardo nell'accettazione ha generato apparenti errori di cronologia. Per esempio, la rivoluzione russa d'Ottobre (25 Ottobre 1917) è avvenuta, per il nostro calendario, il 7 Novembre.
Le chiese ortodosse, invece, seguono ancora il calendario giuliano, perciò le festività religiose vengono celebrate 13 giorni dopo quelle cattoliche: il Natale si celebra il 7 Gennaio. Dal XVI al XXI secolo, infatti, si sono accumulati altri 3 giorni di differenza.
Numerazione degli anni
Prima che il calendario gregoriano con la numerazione degli anni a partire dalla nascita di Cristo entrasse in uso nella gran parte dei paesi del mondo, si sono succeduti diversi sistemi. Ne citiamo i più comuni.
I romani usarono tre diversi sistemi di datazione, secondo le epoche.
Nella Roma antica ricordiamo il metodo di contare gli anni dalla fondazione dell'Urbe [Roma] (ab Urbe condita - a.U.c.), che tradizionalmente è fissata al 753 a.C.
Un altro sistema, in uso dall'età repubblicana (509 a.C. - 27 a.C.), è quello della datazione consolare: l'anno veniva indicato con il nome dei due consoli, che entravano in carica il 2 Gennaio. Questo tipo di conteggio cessò nel VI secolo d.C. quando non furono più nominati i consoli e si impose la datazione descritta di seguito.
Durante il periodo imperiale, iniziato con Ottaviano Augusto (dal 27 a.C.) gli anni si contavano dall'inizio del regno di un imperatore, in particolare dal già citato Ottaviano (27 a.C. - Era dei Cesari) e da Diocleziano (284 d.C. - Era dei Martiri).
Nel 525 d.C. il monaco cristiano sciita Dionigi il Piccolo [Dionysius Exiguus] (c. 470 d.C. - 544 d.C.), nel tentativo di accordare le chiese orientali e occidentali su un'unica data della Pasqua, in applicazione delle direttive del Concilio di Nicea (325) e per evitare che si contassero gli anni a partire dal regno dell'imperatore Diocleziano (284 d.C.), persecutore dei cristiani, introdusse la datazione ab incarnatione Domini che, secondo i sui calcoli, nacque dopo 753 anni dalla fondazione di Roma. Egli inizia quindi il computo degli anni dall'incarnazione e solo più tardi si contarono dalla nascita.
Il calcolo di Dionigi parte dalla predicazione di Giovanni Battista che, secondo Lc 3,1-3, avvenne «nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio», 782° ab Urbe condita, e sarebbe durata un anno. A questo aggiunge l'indicazione dell'inizio della predicazione di Gesù, avvenuto quando aveva circa 30 anni. Ora, non è detto che la predicazione del Battista sia durata solo un anno, né che Gesù avesse esattamente 30 anni.
Altre considerazioni in merito le vedremo più avanti, nel paragrafo sul Natale.
In ogni caso è questa la datazione oggi in uso, anche se la gran parte degli studiosi ritengono che i calcoli di Dionigi fossero errati.
L'anno 1 è quello che inizia 7 giorni dopo la nascita di Gesù - fissata al 25 Dicembre - e da questo anno (Anno Domini Nostri Jesu Christi - A.D.), il primo anno di vita di Gesù, inizia l'era cristiana. Gesù, quindi non è nato nell'anno 0, che non esiste, poiché questo numero (inventato dagli indiani nel 628, conosciuto dagli arabi dal nono secolo, ma che non era ben visto dal clero poiché proveniva da un popolo di infedeli) fu introdotto in Europa solo nel 1202 da Leonardo Fibonacci. Si passa perciò direttamente dal 31 Dicembre dell'1 avanti Cristo al 1 Gennaio dell'1 dopo Cristo.
La cronologia di Dionigi non si diffuse subito, ma convisse con altri metodi di datazione per molto tempo.
Lo storico e monaco inglese Beda il Venerabile (c. 673 - 735) la usò nel 731, contribuendo alla propagazione di questa modalità e lo stesso avvenne con Carlo Magno, ma solo dal 965 fu ufficialmente adoperata dalla cancelleria pontificia.
Nel X secolo la diffusione del calendario Anno Domini è ampia e divenne comune nei paesi cattolici dall'XI al XIV secolo, ma non accettata da tutte le nazioni europee e tanto meno in altre parti del mondo. Bisogna attendere il XVI secolo per una diffusione più estesa.
Prima e dopo Cristo
Dionigi il Piccolo prese in considerazione solo gli anni dopo Cristo (d.C.) - o post Christum natum -, indicati anche come era volgare (e.v.), locuzione già usata da Keplero nel 1615, oppure come era comune (e.c.), apparsa nel XVIII secolo. Queste ultime due notazioni sono scelte dai non cristiani, mantenendo in questo modo la medesima numerazione.
L'indicazione degli anni prima di Cristo, ante Christum natum (avanti Cristo - a.C.), pur essendo già comparsa nell'opera di Beda, si impose solo nel XVIII secolo.
Occorre una precisazione: nel computo si passa da 1 d.C. a 1 a.C., saltando l'anno 0 che, come abbiamo detto, non esiste, perciò si ha: ... 2 a.C., 1 a.C., 1 d.C., 2 d.C. ...
Gli astronomi, invece, usano anche lo 0: … -2, -1, 0, +1, +2 …
Ancora, occorre tenere conto della riforma gregoriana, introdotta nel 1582 perciò, per gli anni antecedenti a questa data, si fa riferimento al calendario giuliano, a meno non si voglia usare sempre quello gregoriano, specificando che si usa il calendario gregoriano prolettico.
I secoli
I secoli sono indicati con i numeri romani:
- dall'1 Gennaio dell'anno 1 d.C. al 31 Dicembre dell'anno 100 d.C. siamo nel I secolo d.C.
- 101 - 200 d. C. → II secolo d.C.
- 201 - 300 d.C. → III secolo d.C.
- 1901 - 2000 d.C. → XX secolo d.C.
- 2001 - 2100 d.C. → XXI secolo d.C.
- 100 - 1 a.C. → I secolo a.C.
- 200 - 101 a.C. → II secolo a.C.
Più è basso il numero più la data è vicina alla nascita di Cristo e, viceversa, più è alto più è lontana la data della nascita.
La mancanza dell'anno 0 comporta errori di calcolo negli intervalli di tempo a cavallo della nascita di Cristo. Infatti, tra il 10 a.C. e il 10 d.C. non vi sono 20 anni, ma 19.
La numerazione degli anni secondo l'Anno Domini è ormai usata dai calendari civili di tutto il mondo anche in paesi estranei alle tradizioni cristiane, sia per gli usi commerciali sia per quelli scientifici.
Altri sistemi di datazione
Per gli Ebrei l'anno 0 inizia con le creazione del mondo: 3760 a.C., ricavata dalla cronologia biblica.
I Musulmani contano gli anni (lunari e non solari come il nostro) dal 622, quando Maometto lascia la Mecca per andare a Medina (Egira).
I Cinesi contano gli anni dall'invenzione del calendario, fissato al 2637 a.C.
In internet si trovano diversi convertitori online per le principali religioni e non solo.
calendario gregoriano | 2022 |
calendario giuliano | 2022 |
fondazione di Roma | 2775 |
era delle Olimpiadi | 2798 |
calendario ebraico | 5783 |
calendario musulmano | 1443 |
calendario copto (Diocleziano) | 1739 |
calendario etiopico (era cristiana) | 2015 |
calendario etiopico | 7515 |
calendario lunare cinese | 4659 |
lungo ciclo maya | 11 |