Quando si parla di forma, occorre specificare se si tratta della forma ideale di un cristallo o della forma reale del campione preso in esame.
Del primo caso ne abbiamo accennato qui. Si chiama forma un insieme di facce la cui posizione è determinata dagli elementi di simmetria.
Se le facce che la costituiscono sono tutte uguali, si ha la forma semplice; se le facce non sono uguali si ha la forma composta.
Le forme chiuse sono quelle forme semplici che da sole limitano completamente lo spazio, come il cubo e l'ottaedro; le altre sono forme aperte.
La disposizione degli atomi nel reticolo cristallino e il tipo di solido si riflettono sulla forma esterna del cristallo.
In natura i cristalli presentano elementi di simmetria che permettono di raggrupparli in sistemi. Ciò significa che i minerali presentano figure geometriche precise che li caratterizzano ed alle quali dobbiamo fare riferimento per la loro identificazione.
I minerali che si rinvengono in natura possono crescere in modo regolare, oppure svilupparsi in condizioni assai disagevoli, dipendenti dallo spazio a disposizione, dalla temperatura, dalla pressione, dalla durata dell'accrescimento e allora presentano delle deformazioni. Per esempio, un cristallo che cresce in una spaccatura della roccia (litoclasi) può, a un certo punto dello sviluppo, trovarsi ostacolato nella crescita da una sporgenza della roccia stessa e allora l'accrescimento continua in altre direzioni.
Di conseguenza, il cristallo può essere:
- euedrale o idiomorfo se è completamente formato, ben delimitato da facce, con crescita senza limitazioni;
- subedrale o ipidiomorfo, con solo alcune facce parzialmente distinguibili;
- anedrale o allotriomorfo, dove non sono presenti facce cristalline, ma può mostrare superfici arrotondate o irregolari a causa dei disturbi durante la crescita.
Ottaedro di magnetite della Val di Vizze (BZ); Foto P. Rodighiero
Scalenoedro di calcite da Elmwood (USA); Foto P. Rodighiero
Massa mammellonare di mimetite da Mapimì (Messico). Foto P. Rodighiero
In definitiva, la forma risultante di un minerale è molto lontana da quella ideale, sia per compenetrazione, sia per inclusioni.
Se, per esempio, le condizioni genetiche consentono una crescita rapida del cristallo, si può verificare una velocità di accrescimento maggiore in corrispondenza degli spigoli rispetto all'interno, perciò si hanno le tremie, o tramogge, caratteristiche soprattutto del salgemma (NaCl). In pratica, si forma sulle facce un'incavatura a gradini, delimitata da superfici parallele agli spigoli del cristallo (disegno sotto a sinistra).
Le striature triglife, già incontrate parlando della simmetria, sono tipiche della pirite (FeS2), così chiamate perché dirette nelle tre direzioni dello spazio. Derivano dalla combinazione, ripetuta più volte, delle facce {100} del cubo - che dà la depressione - e {210} del pentagonododecaedro - che dà la sporgenza - (figura sotto a destra).
Anche nel quarzo si trovano frequentemente striature orizzontali.
L'accrescimento di un minerale è influenzato dalla presenza di impurezze in quanto si dispongono in determinati piani reticolari, modificandone lo sviluppo. Possono essere solide, liquide, gassose e sono costituite in prevalenza da metano, soluzioni acquose, idrocarburi liquidi e residui carboniosi.
Le inclusioni solide macroscopiche sono di fatto delle associazioni regolari tra cristalli di sostanze diverse, che vedremo più avanti.
Le inclusioni liquide e gassose determinano nei cristalli la presenza di bolle.
Le inclusioni microscopiche sono in grado di produrre cambiamenti di colore del minerale, come le varietà di quarzo della foto sotto (foto G. Balia).
Abito e tratto
Come si diceva sopra, ciascun minerale cristallizza in un unico sistema cristallino e con determinati parametri di simmetria perciò, in condizioni genetiche ottimali assume la forma geometrica ideale, altrimenti prende una forma diversa anche all'interno della stessa specie mineralogica.
L'aspetto complessivo finale del minerale, determinato dallo sviluppo relativo di alcune tra le facce appartenenti a una stessa forma semplice, si chiama abito cristallino (habitus).
La denominazione dell'abito cristallino deriva generalmente dalla forma geometrica, perciò abbiamo un abito cubico, ottaedrico, romboedrico, dodecaedrico, ecc.
In altri casi si fa riferimento alla proporzione fra le diverse facce del cristallo, come descritto nella tabella sottostante.
FORMA | ASPETTO | DESCRIZIONE |
---|---|---|
Equidimensionale | ![]() | Presenta le stesse dimensioni in tutte le direzioni (granato, spinello) Può essere usato per descrivere cristalli arrotondati e angolari. |
A blocchi - Tozzo | ![]() | Simile all'equidimensionale, ma più allungato, con le facce non necessariamente piatte (oligoclasio). L'abito tozzo è più arrotondato (topazio). |
Tabulare | ![]() | Abito a forma di tavoletta spessa ma non eccessivamente allungata (wulfenite). |
Piatto - Foliato | ![]() | I cristalli sono appiattiti e sottili come lastre (grafite). Nell'abito foliato i fogli sottili si separano in fogli sottili o scaglie (muscovite, biotite). |
Prismatico - Colonnare | ![]() | Cristalli allungati con facce parallele a una direzione comune, dall'aspetto di una matita (apatite, berillo, tormalina). |
Lamellare | ![]() | Abito allungato e appiattito in una direzione, come la lama di un coltello (cianite, wollastonite). |
Aciculare | ![]() | Lungo e aghiforme, più sottile del prismatico ma più spesso del fibroso (actinolite, sillimanite, natrolite). |
Fibroso | ![]() | Prisma estremamente allungato con aspetto più sottile dei cristalli aciculari (okenite). |
Capillare o filiforme | ![]() | Abito a struttura molto allungata e sottile come un capello o filiforme, che possiede una certa elasticità (millerite). |
* Avvertenza. Spesso nei testi si trovano mescolati gli abiti dei singoli cristalli con quelli degli aggregati, che noi vedremo
più avanti
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Il tratto è il carattere morfologico che deriva dalle combinazioni delle forme semplici presenti nei cristalli.
I cristalli di una sostanza pertanto, possono presentare abiti diversi con uno stesso tratto, o viceversa.
Per esempio, nella galena possiamo trovare il tratto determinato dalla combinazione delle forme a {100}, b {111} e c {110}, tuttavia può assumere un habitus cubico, ottaedrico o rombo dodecaedrico, secondo il prevalere di una delle tre forme.
* Avvertenza. Spesso alcuni autori usano in modo ambiguo i due termini, usando l'
habitus
inteso come
tratto
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