Il vento è uno spostamento di una massa d'aria da una zona di alta ad una di bassa pressione con una velocità direttamente proporzionale al gradiente barico orizzontale: quanto più le isobare sono vicine, tanto più forte è il vento.
La direzione nel vento è misurata con una banderuola (anemoscopio), la velocità si determina con l'anemometro, mentre la forza del vento è misurata con la scala empirica di Beaufort modificata.
Banderuola particolare della Basilica del Santo - Manica a vento - Anemoscopio.
Numero di Beaufort | Descrizione | Velocità del vento (Km/h) | Condizioni a terra |
---|---|---|---|
0 | Calma | 0 ÷ 1 | Il fumo sale verticalmente. |
1 | Bava di vento | 1 ÷ 5 | Il fumo è deviato dal vento. |
2 | Brezza leggera | 6 ÷ 11 | Le foglie frusciano. |
3 | Brezza | 12 ÷ 19 | Foglie e rami più piccoli costantemente agitati. |
4 | Vento moderato | 20 ÷ 28 | Sollevamento di polvere e carta. I rami sono agitati. |
5 | Vento teso | 29 ÷ 38 | Oscillano gli arbusti con foglie. |
6 | Vento fresco | 39 ÷ 49 | Movimento di grossi rami. Difficoltà ad usare l'ombrello. |
7 | Vento forte | 50 ÷ 61 | Interi alberi agitati. Difficoltà a camminare contro vento. |
8 | Burrasca | 62 ÷ 74 | Ramoscelli strappati dagli alberi. Generalmente è impossibile camminare contro vento. |
9 | Burrasca forte | 75 ÷ 88 | Leggeri danni alle strutture (camini e tegole asportati). |
10 | Tempesta | 89 ÷ 102 | (Rara nell'entroterra) Sradicamento di alberi. Gravi danni alle abitazioni. |
11 | Fortunale | 103 ÷ 117 | (Rarissimo nell'entroterra) Vasti danni strutturali. |
12 | Uragano | >118 | Danni ingenti ed estesi alle strutture. |
Il trasferimento dell'aria non avviene in linea retta da A a B ma, a causa della forza di Coriolis, l'aria esce dalla zona di alta pressione in senso orario ed entra in quella di bassa pressione in senso antiorario nel nostro emisfero. Sopra i 500 m la massa d'aria non risente dell'attrito con il suolo, perciò si muove parallelamente alle isobare formando il vento geostrofico.
Anche se in parte superata, proponiamo la classificazione classica dei venti.
Venti locali
I venti locali interessano aree ristette della superficie e hanno caratteristiche periodiche. Nelle vallate e lungo le coste sono comuni le brezze. Di giorno si riscaldano molto di più le cime dei monti (alta pressione) rispetto alle vallate (bassa pressione), pertanto richiamano aria da queste che risale condensando l'umidità e formando qualche nuvola: brezza di valle. Di notte, al contrario le cime si raffreddano rapidamente e l'aria più pesante, fredda e secca scende formando la brezza di monte. Analogo meccanismo si ha lungo le coste, dove di giorno si riscalda di più la terraferma e di notte è più calda l'acqua, perciò si formano rispettivamente le brezze di mare e di terra.
Un altro vento locale è il föhn che interessa il nostro versante delle Alpi, mentre nel versante opposto si chiama stau. L'aria umida proveniente dal versante francese o svizzero delle Alpi è costretta a salire e, raffreddandosi, condensa formando nubi e piogge. Superato il versante, quando scende per compressione si riscalda. Dal momento che non c'è più umidità che assorbe il calore, l'aria in discesa si riscalda più della temperatura d'origine.
Nella zona di Trieste, invece, spira la bora, che si genera quando è presente un'area di alta pressione nell'Europa centrale e balcanica, con conseguente espansione dell'aria fredda, la quale è costretta ad incanalarsi in una depressione delle Alpi Giulie per dirigersi verso il mare.
Nella cartina sono riportati i venti locali del Mediterraneo.
Tra i venti locali del Mediterraneo ricordiamo:
- la tramontana, un vento freddo, talvolta impetuoso, che spira da nord e può investire, in inverno, tutta la penisola italiana;
- il maestrale, proveniente da nord-ovest, particolarmente violento e, soprattutto in inverno, scendendo valle del Rodano, irrompe sul Golfo del Leone, giungendo fino in Sardegna;
- il ponente proviene da ovest, di media intensità, generalmente fresco, spira come brezza nel periodo estivo;
- il libeccio è un vento di sud-ovest spesso violento, che può spirare in tutte le stagioni;
- lo scirocco, vento proveniente dal Sahara (sud-est), che, dopo aver attraversato le coste settentrionali dell'Africa, si carica di umidità sul Mediterraneo e giunge sulle coste dell'Italia meridionale come vento caldo e umido, presagio di piogge;
- il grecale soffia da nord-est sul Mediterraneo centrale e meridionale, specialmente durante la stagione fredda, spesso con intensità moderata o forte.
Venti periodici
Sono venti che spirano con andamento stagionale, come i monsoni della penisola indiana. Una prima spiegazione che viene data è quella di un meccanismo simile a quello delle brezze, ma su vasta scala: in inverno l'oceano è più caldo dell'India e richiama aria secca dalla penisola; d'estate invece la penisola si riscalda maggiormente richiamando masse d'aria umida con elevata piovosità dall'oceano.
A questo meccanismo bisogna aggiungere il naturale spostamento stagionale degli alisei: poiché l'Oceano Indiano non si estende molto a nord dell'equatore, i monsoni sarebbero dovuti agli alisei modificati dal contrasto termico tra continente e oceano. L'inversione sarebbe provocata dallo spostamento della zona di convergenza intertropicale: in inverno si abbassa e soffiano gli alisei settentrionali, mentre in estate si alza e il monsone estivo sarebbero gli alisei meridionali deviati verso NE da una ondulazione della zona delle basse pressioni equatoriali per la particolare disposizione del continente indiano.
Venti costanti
Sono i venti polari, occidentali e gli alisei che spirano tutto l'anno anche se con spostamenti stagionali. Se ne riparla nella pagina successiva con la circolazione generale dell'atmosfera.