Il territorio euganeo è caratterizzato dalla presenza di numerose sorgenti di acqua termominerale, localizzate soprattutto nelle zone di Abano, Montegrotto, Battaglia e Galzignano.
Le sorgenti spontanee sono state utilizzate fino all'inizio del '900 quando, a causa dell'intenso sfruttamento da parte dei tanti complessi alberghieri, si è dovuto attingere da zone progressivamente più profonde mediante pozzi, che possono raggiungere anche i 600 m. Attualmente, l'unica sorgente spontanea ancora visibile è quella dei Bagni di S. Bartolomeo (nella foto) vicino a Galzignano.
Le acque termali, contrariamente a quanto si pensava in passato, non sono legate all'origine vulcanica dei Colli, la cui attività è cessata da 30 milioni di anni. Si tratta invece dell'acqua di falda che si riscalda a causa delle zone profonde in cui si immerge nel suo percorso.
Il circuito idrico comincia con l'acqua piovana che cade nella zona dell'altipiano dei Sette Comuni (non nelle Piccole Dolomiti, come si riteneva fino a qualche anno fa), a un'altezza di circa 1500 m. Tramite fratture e sovrascorrimenti a est del sistema di faglie Schio-Vicenza che frammentano il substrato in blocchi formatisi durante il Mesozoico a causa della tettonica estensionale che interessava l'area veneta, l'acqua attraversa le rocce calcareo-dolomitiche mesozoiche fino a raggiungere i 3000 m di profondità, dove incontra gli strati scistoso-cristallini che ne interrompono la discesa e la indirizzano verso il mare con un tragitto di un centinaio di km.
A causa del gradiente geotermico, di circa 3°C ogni 100 m, l'acqua che man mano scende attraverso i carbonati si riscalda progressivamente e, contemporaneamente, si arricchisce di sali.
Un altro fattore è la presenza di un flusso di calore leggermente anomalo rilevato nella zona euganea.
Dopo un percorso di oltre 90 anni le acque raggiungono i Colli, dove incontrano una zona di accomodamento con intensa fatturazione, che permette una rapida risalita attraverso la serie carbonatica tardo-paleozoica e mesozoica, espandendosi lateralmente in orizzonti fratturati che si trovano a una profondità compresa tra 1000 e 300 m e questo consente la conservazione del calore. La risalita è anche facilitata dall'acqua piovana locale che, scendendo, fornisce un'ulteriore spinta idrostatica.
(Crediti:
Paolopaolo714
- CC BY-SA 4.0)
L'acqua è di tipo salso-bromo-iodico con un contenuto di cloruri, solfati e carbonati compreso tra 2,5 e 6 g/l; l'acido solfidrico, pur essendo presente in piccolissime quantità, conferisce il caratteristico odore; presenta, inoltre, una debole radioattività. Gli isotopi radioattivi, in particolare , hanno consentito la determinazione dei tempi di percorrenza delle acque.
Le acque hanno una temperatura compresa tra 60 e 85°C e pH leggermente acido (6,3 - 7,4); quelle a temperatura più bassa (Battaglia Terme, Galzignano Terme) sono in prevalenza solfato-bicarbonatiche, quelle a media temperatura (Montegrotto Terme) sono cloruro-sodiche e solfato-calciche, mentre quelle più calde (Abano Terme) sono clorurato sodiche e ricche di silice.
Acqua in parte di origine sotterranea si può trovare anche nel lago di Arquà Petrarca, in località Costa (foto in basso). È quanto rimane di un bacino di vaste dimensioni sul cui fondo si trovano le sorgenti, alcune delle quali sono calde.